Parmigiano Reggiano e letteratura
Parmigiano Reggiano e letteratura
Il Parmigiano Reggiano non è solo tra i più antichi prodotti caseari che si conoscano, ma ha anche uno stretto legame con la letteratura. Viene infatti citato nei romanzi più celebri di tutti i tempi: all’inizio di “Anna Karenina” è nominato come il formaggio preferito di Stiva Oblonskij, fratello della protagonista; nell’ “Isola del tesoro” si parla della famosa tabacchiera d’argento nella quale il Dr. Livesey, invece di tabacco, teneva un pezzo di “Parmesan cheese”, che definiva come un formaggio “molto nutriente”.
Infine, nel bellissimo romanzo dello scrittore ceco Bohumil Hrabal, “Ho servito il re d’Inghilterra” si legge:
“[…] e io che avevo servito l’imperatore d’Etiopia davo da mangiare ai colombi ai quali nessuno voleva dar da mangiare, non era un lavoro per le manine delicate dei milionari, e così io dovevo uscire puntuale quando battevano le due, […] e subito come uscivo, immediatamente quei quattrocento colombi si lanciavano dal tetto e mi volavano incontro, una tale ombra volava insieme a loro, e un frusciare di piume e di ali, come se si stesse rovesciando della farina o del sale da un sacco, e i colombi si posavano sul carretto, e quelli che non c’entravano, quelli mi si posavano sulle spalle e volavano nell’aria sbattendo le ali vicino alle mie orecchie, mi oscuravano quasi tutto il mondo, come se mi trovassi in un enorme strascico che si allungava dietro di me e davanti a me, e io ero completamente nascosto in quello strascico di ali che si agitavano e di ottocento occhi belli come mirtilli, e trascinavo il tutto, dovevo afferrare il timone del carretto con entrambe le mani, i milionari si sbellicavano dal ridere a vedermi sepolto tra i colombi, fino a che non raggiungevano il cortiletto dove si gettavano sul cibo e beccavano fino a che i due sacchi non erano vuoti e le pentole come fossero state lavate e una volta feci tardi, il comandante stava assaggiando un brodo all’italiana col parmigiano, e io aspettavo la pentola e sentii battere le due e, prima che potessi rendermene conto, attraverso la finestra aperta volarono in cucina i colombi, quei quattrocento colombi, circondarono tutti i presenti, fecero cadere il cucchiaio del comandante del campo di internamento, e così mi precipitai in fretta fuori, e nel cortiletto i colombi mi sommersero tutto e mi pizzicavano coi loro teneri beccucci, con le mani mi riparavo il viso e la testa e scappavo, ma i colombi mi volavano dietro, e così inciampai e i colombi mi volarono attorno e si posarono su di me, mi sedetti e vidi me stesso circondato dai colombi che mi si strofinavano contro, e io per loro ero il Dio dispensatore di vita, e guardai indietro nella mia vita, e in quel momento mi vidi circondato da messaggeri divini, colombi e colombe, come fossi un santo, come fossi un eletto dal cielo, e mentre ridevano di me, mentre sentivo le risa e le grida e i commenti, io ero colpito dal messaggio di quei colombi, e in quel momento credetti al fatto che l’incredibile era divenuto nuovamente realtà, e che se anche avessi avuto dieci milioni e tre alberghi, quegli strofinamenti e quei baci dei becchi dei colombi e delle colombe, tutto quello mi era stato inviato direttamente dal cielo che doveva certo avermi in simpatia”.
Conoscete altri riferimenti letterari dove si parla del Parmigiano Reggiano?
Buone degustazioni e buone letture!